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al testo di Amina Narimi
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Una stella come un’ostia a capo chino si mantiene o in grumo di sale al mattino viene a sciogliersi dal cielo nel lavoro invisibile dell’alba che comincia a versare la sua luce
con la stessa fatica del riverbero ho usato tutto il corpo per accogliere quel che accade nel silenzio avvolgendo le cose con la pelle -quota di muscoli e fibra carnale- da sola all’alba, ho visto la tua vita nei miei sogni, il fresco pulito in terra. spugna di luce non smetterai di stare in me,
come davanti a troppa lontananza sgorgano dagli occhi dalla bocca i luoghi gli episodi dell’amore, da ognuna delle specie di donna che è ogni specie di donna, brillando al vuoto bianco la realtà più reale:
quel lungo grido d’amore di feroce bellezza così impudico nel dire il loro immenso eterno e altrove nell’aria intatta batte ancora il ritmo della mente. col respiro tra gli alberi cade il suo sigillo, il cordone di cinta, il bastone che tiene in mano. |
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